Ogni genere di progresso, nel corso della storia, è avvenuto grazie al metodo sperimentale: nella scienza questo consiste nel formulare una serie di ipotesi per la spiegazione dei fenomeni, per poi osservare, provare, raccogliere dati, confutare ed, infine…. scoprire! Ed il più delle volte le scoperte hanno arricchito di nuovi valori, più o meno materiali, le vite degli uomini. Nell’arte la sperimentazione non è certo una novità: ogni epoca storica ha vissuto e reagito con diverse intensità alle idee degli artisti, sia che essi fossero pittori, scultori, architetti, letterati, ballerini o musicisti. Tanto amate oppure rifiutate dalla critica, i prodotti artistici frutto di queste visioni (spesso considerate pazze) hanno fatto parlare, criticare, assecondare, apprezzare o rifiutare i tentativi di sfondare i limiti, andare oltre e costruirne di nuovi. Allora qual è il senso dello sperimentare nell’arte, se stiamo già così bene in quelle nostre equilibrate e tradizionali regole accademiche tanto condivise ed apprezzate? Una risposta plausibile può essere il naturale istinto dell’uomo alla riflessione: del resto, una delle funzioni dell’arte, non è quella di scuotere le nostre sensibilità, di metterci continuamente in contatto con il nostro mondo interiore e proiettarlo verso la matrice storico culturale in cui siamo immersi, per capirla e farla evolvere? Il progresso non può avvenire se non passa attraverso La sperimentazione.
L’Orchestra Fiati di Vallecamonica con Delirium!, uno spettacolo il cui sottotitolo recita: “Burle sinfoniche per cantante jazz esaurito e banda disastrata”, è un vero e proprio atto di sperimentazione. Quali direzioni può prendere la musica bandistica? Come farne evolvere le origini, come spianare la strada della modernità musicale che stiamo vivendo per preparare il terreno fertile al germoglio dell’arte del futuro? Su queste premesse l’Orchestra ha commissionato al giovane ed emergente compositore Federico Agnello, esperto di musica per banda, un’opera innovativa, sfacciata, estrema: un prodotto che possa arricchire il già ampio e variegato repertorio bandistico e che possa spostare quei tanto amati confini artistici nei quali ci si sente sicuri.
I Fiati di Vallecamonica hanno deciso di intraprendere questo percorso sperimentale con un artista camuno di primo ordine: il cantante jazz Boris Savoldelli, il vero protagonista dello spettacolo.
La voce di Savoldelli, oltre a essere utilizzata in maniera convenzionale, cioè con il solista accompagnato dall’orchestra, diventa sia un elemento di essa, riuscendo anche a cambiarne il suono, che un affascinante ed inusuale accompagnamento delle sezioni orchestrali. Questo trattamento poliedrico della voce, arricchito da sofisticate tecnologie audio, contribuisce a coinvolgere il pubblico in una nuova esperienza sonora, nella quale immaginare di immergersi in una vasta varietà di stati mentali confusionali, in cui l’attenzione, la percezione e la cognizione appariranno significativamente compromesse. Altro elemento di spicco è la sintesi della arti che si nasconde dietro Delirium!: il compositore infatti si è avvalso di due testi futuristici di Aldo Palazzeschi, “E Lasciatemi Divertire” e “I Fiori”, per esaltare il rapporto di forza tra il materiale musicale e le emozioni suscitate dalla parola.
L’1 Aprile 2017, presso il Palazzo Congressi di Darfo Boario Terme, i Fiati di Vallecamonica e Boris Savoldelli invitano il pubblico a La Sperimentazione, con Delirium! –“Burle sinfoniche per cantante jazz esaurito e banda disastrata”, per sfidare le tradizioni della musica, della voce e della parola.
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